Le Trombosi e i fattori di rischio
Un dottore per amico – a cura di Costanzo Feo
Si definisce trombosi la coagulazione all’interno della circolazione e può avvenire in ogni distretto della stessa (arterie, vene, cuore, microcircolo).
Le conseguenze delle trombosi sono: ostruzione distrettuale della circolazione, embolia e disseminazione dei trombi, consumo dei fattori della coagulazione.
Normalmente la coagulazione è regolata accuratamente da una serie di inibitori che limitano la generazione di trombina e, conseguentemente della fibrina, e dal sistema fibrinolitico che rimuove i trombi di fibrina dal circolo.
Difetti ereditari ed acquisiti possono alterare questo equilibrio e determinare un evento trombotico. Fattori di rischio protrombotico riconosciuti sono numerosi: età, obesità, dislipidemie, immobilità, pregressi episodi trombotici, scompenso cardiaco, malattie respiratorie e sepsi, gravidanza e postpartum, terapie ormonali (estrogeni e progestinici), tumori, stato trombofilico ereditario. Anche alcune procedure invasive quali chirurgia ortopedica maggiore agli arti, bacino e ginocchia, chirurgia addominale e pelvica di lunga durata, e traumi maggiori con fratture, possono determinare insorgenza di trombosi.
Ci soffermiamo brevemente sulle alterazioni ereditarie degli inibitori naturali della coagulazione. Deficit ereditari nell’attività di Antitrombina III, Proteina C della coagulazione e Proteina S, alcune disfibrinogenemie, la mutazione nel gene del Fattore V° (Fattore V° Leiden), della protrombina (Protrombina G20210A), della Metilentetraidrofolatoreduttasi (Iperomocisteinemia),la presenza di anticorpi antifosfolipidi, predispongono alle trombosi. I fattori predisponenti più forti sono il fattore V° Leiden e gli anticorpi antifosfolipidi
Tutte queste alterazioni ereditate predispongono principalmente a maggior rischio di trombosi venosa, l’iperomocisteinemia a gli anticorpi antifosfolipidi, anche a trombosi arteriose.
Pazienti con queste alterazioni sono soggetti a: trombosi in età precoce, trombosi in sedi atipiche, tromboembolie in gravidanza con poliabortività ed in seguito all’assunzione di contraccettivi ed hanno storie familiari di trombosi.
La durata ed il tipo di terapia degli episodi trombotici va individualizzata in base al fattore determinante ed alla storia clinica del paziente. I consanguinei dei pazienti vanno studiati al fine di individuare i portatori di alterazioni in senso trombofilico.
La gestione dei portatori di disordini ereditari asintomatici è in fase di valutazione. Al momento si raccomanda di correggere tutti i fattori di rischio e non si ritiene di intervenire con terapia antitrombotica fino a che il soggetto resta asintomatico, in assenza di condizioni ad alto rischio. Dopo l’eventuale insorgenza di evento trombotico la terapia e la profilassi vanno rivalutate alla luce dell’evento scatenante.
Costanzo Feo
Medico chirurgo – ematologo
immagini da